Se siete appassionati di cinema – e dovreste esserlo se vi trovate sul nostro blog – saprete sicuramente che il cinema odierno è un ecosistema narrativo e visivo che ormai è totalmente diverso da quello che ha caratterizzato gli anni ’80 e ’90. Nei cult di queste due decadi i personaggi erano costruiti con cura e c’era un equilibrio tra intrattenimento e profondità. Un equilibrio che è riuscito a favorire quel legame autentico con lo spettatore che il cinema di oggi sembra non riuscire ad eguagliare. Vediamo dunque perché c’è questa discrepanza data principalmente da un nuovo ritmo narrativo, più veloce, modellato su un pubblico abituato alla connessione continua e i contenuti immediati.
Cinema odierno e trasformazioni culturali
Ma perché c’è stato questo cambiamento che ha portato il cinema odierno a modificarsi nello stile narrativo rispetto al cinema degli anni ’80 e ’90? La realtà è che abbiamo subito delle trasformazioni culturali e sociali che hanno influito profondamente sul modo di raccontare.
Tali trasformazioni hanno influito profondamente sul metodo utilizzato per raccontare tramite la ripresa cinematografica. Prima, negli anni ’80 e ’90, le trame erano semplici ma carismatiche: riuscivano a creare empatia attraverso archetipi chiari e atmosfere memorabili.

Oggi, purtroppo, il cinema contemporaneo tende a privilegiare strutture narrative più complesse. Infatti, pur offrendo una varietà sterminata di stili, ad oggi il cinema è multistrato ed è orientato alla serialità o alla costruzione di universi interconnessi. C’è poi la questione degli effetti speciali, che prima erano meraviglie visive frutto di un’artigianalità quasi palpabile, e oggi sono invece ambientazioni o effetti creati solo di esclusivamente in maniera digitale.
Effetti speciali: tra artigianalità e rivoluzione digitale
A proposito di effetti speciali, facciamo qualche esempio per farvi capire quello di cui stavamo parlando nel paragrafo precedente. Film come Jurassic Park, Terminator due, Ghostbusters o Blade Runner ci hanno dimostrato come gli effetti pratici potessero fondersi con le prime innovazioni digitali, creando un equilibrio che ancora oggi ci suscita nostalgia.
Animatronics, modellini, trucco prostatico e uso ingegnosa del montaggio davano vita a creature mondi che, pur con qualche imperfezione, emanavano un fascino unico. Nel cinema odierno la CGI domina e consente la creazione di ambienti spettacolari, battaglie epiche e creature ultra realistiche. Un’evoluzione che ha ampliato le possibilità creative, ma anche introdotto una percezione di omologazione estetica.

Quando gli effetti digitali vengono utilizzati in maniera invasiva, ce ne accorgiamo e il film che stiamo guardando ci ricordano terribilmente quello che abbiamo visto il mese precedente. Gli anni ’80 e ’90 invece, mostravano un’abilità manuale irripetibile, soppiantata da una ricerca contemporanea di un realismo totale che spesso sacrifica quella sensazione materica che caratterizzava i cult del passato.
Generi e tematiche del cinema odierno
Oltre a queste dinamiche tecniche, ciò che differenzia il cinema cult dal cinema odierno è che i film degli anni ’80 e ’90 godevano di una forte identità. Il teen movie, la fantascienza visionaria, il thriller psicologico e l’horror pratico, questi erano solo alcuni dei generi precisi che popolavano le sale cinematografiche dell’epoca. Titoli che avevano una personalità riconoscibile e che hanno reso famosi registi come Steven Spielberg, Ridley Scott o James Cameron.
Un immaginario condiviso che con il cinema odierno si è perso perché oggi il prodotto filmico si muove in una fluidità totale. I generi si contaminano tra di loro, si fondono e spesso si reinventano. La produzione mainstream punta a grandi franchisor che uniscono azione, comicità, dramma e fantascienza, mentre le piattaforme di streaming trovano spazio per i film indipendenti sperimentali che prima difficilmente avrebbero raggiunto le sale.

Il cinema di oggi permette una grande libertà creativa, ma segna anche la scomparsa di quello che viene definito il “cinema di mezzo”, ovvero quel tipo di produzione di budget medio che negli anni 80 e 90 riempiva le sale e rimaneva impressa nella memoria collettiva.
Il cambiamento nel rapporto con il pubblico
Infine, non possiamo non notare un’altra differenza fondamentale tra il cinema odierno e quello del passato. Una differenza che riguarda il modo in cui il pubblico vive l’esperienza cinematografica.
Negli anni ’80 e ’90 il cinema era un rituale collettivo: si andava in sala, si condivideva la visione, si attendeva mesi prima di poter rivedere un film in VHS o in televisione. L’attesa stessa contribuiva al mito. Al contrario il cinema odierno è immediato, personalizzato e accessibile da qualsiasi dispositivo. Le piattaforme on demand permettono una fruizione privata e continua, democratizzando l’accesso alla cultura cinematografica ma riducendo il senso di evento che un tempo accompagnava ogni uscita nelle sale.
